All’Ospedale di Cittadella, lei in Malattie infettive, lui in Terapia Semintensiva, non avevano più avuto alcuna relazione diretta. Poi il grande regalo di rivedersi e abbracciarsi
Italo e Antonia, residenti a Cittadella: lei era entrata in ospedale il 20 dicembre, finendo in Malattie infettive; lui l’aveva seguita a ruota l’ultimo giorno dell’anno, passando direttamente dal Pronto soccorso in Semintensiva.
“E’ stata una cosa meravigliosa – commenta ancora commossa Rita Marchi, direttore dell’Area Semintensiva dell’Ospedale di Cittadella -, un incontro che ci ha fatto salire le lacrime agli occhi. Quando la signora, con un quadro clinico migliore del marito, in procinto di essere dimessa ha esternato il suo dolore al medico di guardia, i clinici hanno deciso di farglielo incontrare, anche se le sue condizioni, più serie, richiedono cure semi-intensive. Non si aspettavano certo di vedersi, è stato un regalo enorme per entrambi. L’uomo è in ventilazione meccanica non invasiva, con la maschera oronasale perché non ha autonomia respiratoria, la moglie lo ha baciato proprio sulla maschera, incoraggiandolo, rincuorandolo e dandogli appuntamento a casa. E’ stato un bellissimo incontro, ai tempi del Coronavirus, avvenuto in un contesto di medici, infermieri, oss molto preparati, affiatati, entusiasti e umani con i quali è un onore lavorare”.
“La qualità di un’organizzazione sanitaria si misura non solo con l’appropriatezza e l’efficacia delle prestazioni rese, l’adozione di tecniche moderne, di innovazioni assistenziali, di novità terapeutiche, ma anche con l’attitudine – commenta il Direttore Generale dell’Ulss 6 Euganea, Domenico Scibetta - ad accogliere i pazienti, in particolar modo i più anziani e fragili, con quella disponibilità e quella tenerezza con le quali ciascuno di noi vorrebbe, da malato e da degente, essere trattato. La terapia deve andare a braccetto con l’empatia: la qualità dell’assistenza si misura anche con il termometro dell’umanità, e questo è tanto più vero in quest’epoca pandemica”.